Le origini di una delle più
antiche chiese di Genova

La dedicazione attuale della chiesa a S. Donato vescovo d’Arezzo e martire corrisponde a quella originaria.
Tale denominazione è ritenuta da G.P. Bognetti di origine longobarda e secondo una sua ipotesi storica anche la chiesa primitiva risalirebbe a tale epoca, sec. VII.
Una pluralità di dati storici attesta l’esistenza della chiesa già nel corso del sec. XI.
È certo comunque che San Donato è una delle più antiche chiese di Genova, che nel sec. XII (1160 non 1109) è una delle sette chiese “de cardine” oltre la cattedrale, dotate di collegio canonicale, di quelle di più antica parrocchialità, per cui l’origine altomedioevale (sec. VI – sec. X) non è incredibile. Tuttavia nell’edificio attuale nulla resta in alzato di anteriore al sec. XII.

Tra le ipotesi enunciate dai critici d’arte intorno alle fasi costruttive dell’edificio e loro datazione la più verosimile appare quella che assegna la chiesa attuale al sec. XII; i lavori sarebbero stati eseguiti in due fasi: agli inizi del secolo e nella sua seconda metà; la chiesa fu rifatta molto allungata nella parte anteriore e alzata. Anche la torre nolare ottagona è romanica come la chiesa e costituisce un gioiello architettonico.

La trasformazione
ottocentesca

San Donato divenuta parrocchia e prevostura al tempo del primo arcivescovo di Genova, Siro II Porcello (1130 – 1163), poté essere consacrata il primo maggio 1189 dall’Arcivescovo Bonifacio (1188 – 1203) già preposito di S. Donato.

Chiesa e torre costruite in pietra calcarea locale tagliata in blocchi di medie dimensioni, pur subendo danni derivati da alcuni bombardamenti, in grazia della loro solidità poterono resistere bene. Così rimasero in piedi a dispetto del bombardamento navale di Luigi XIV esploso sulla città dal 18 al 28 maggio 1684 e di quelli aerei della guerra 194O-45: del 22 ottobre e del 6 novembre 1942 e del 4 settembre 1944.

Il prevosto Nicolò Casareto e l’architetto Alfredo d’Andrade ebbero il merito di suscitare interessi e interventi per restauri e ripristino. L’architetto con studi e lavori svolti in due fasi: 1888 – 1891 e 1894 – 1895, operò tanto intelligentemente, a parte la discussa sistemazione della torre nolare, che meritò di essere definito secondo fondatore della chiesa e a questa una seconda consacrazione eseguita la domenica 4 dicembre 1892 dall’arcivescovo Tommaso Reggio.
I lavori del dopoguerra, 1946 – 1951 e i restauri del 1996 a cura del prevosto don Carlo Parodi restituirono totalmente all’edificio le sue originarie caratteristiche romaniche.

L'oratorio di San Giuseppe

L’oratorio di San Giuseppe in San Donato, divenuto dall’Ottocento cappella della chiesa, mediante l’apertura di una porta di comunicazione con la navata laterale sinistra, è una costruzione a pianta centrale assai semplice e severa. La sua architettura, di chiara impostazione secentesca, ha verosimilmente subito modifiche  nel corso del secolo XVIII, periodo cui risale l’attuale configurazione con volte a vela e pilastri angolari che divengono i costoni della volta stessa. Il motivo d’interesse dell’ambiante è dato dall’altare secentesco, che accoglie la tela di Domenico Piola recante la Vergine, il Bambino e San Giuseppe, opera voluta dalla Confraternita dei falegnami, che aveva sede nell’oratorio. L’attuale sistemazione è stata un semplice riordino, che ha tuttavia permesso di ricomporre, mediante l’eliminazione di elementi aggiunti, la spazialità originaria del vano e la sua non ordinaria qualità architettonica. Esso è divenuto sede ideale, perché idonea e sicura, del trittico di Joos van Cleve e di altre opere ormai divenute suoi stabili componenti.

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